Perchè fare teatro
Per lo sviluppo della persona umana il teatro fornisce strumenti magicamente efficaci. A qualsiasi età si decida di tuffarsi in una esperienza teatrale si rivelerà certamente un percorso ricco di scoperte e trasformazioni. Non si esce mai da un laboratorio teatrale ben fatto uguali a come ci si è entrati: si dice infatti che crescere come attore significa crescere come essere umano, e viceversa.
Ma cosa succede dentro a un laboratorio teatrale e perché può essere considerato un percorso evolutivo della persona? Andiamo per gradi.
Innanzitutto aiuta i bambini a diventare adulti e aiuta gli adulti a ritornare bambini.
L’ingrediente fondamentale è la fantasia, l’immaginazione. Tutti sappiamo che i bambini sono grandi maestri nell’arte della fantasia: nei loro giochi si immedesimano nell’eroe, nel mostro, nella principessa, nella strega, nel ladro o nel poliziotto. Non importa se sia buono o cattivo, diventa divertente nel momento in cui ci credi. Ecco perché i bambini sono attori straordinari, e l’adulto che si cimenti in un percorso teatrale dovrà certamente ritrovare quel bambino che si divertiva nel creare mille mondi fantastici, abbandonando quel severo censore interno che si sviluppa invecchiando e che ci giudica continuamente. Tuttavia l’immaginazione non basta, perché i teatro è un gioco con delle regole. E qui sarà il bambino che dovrà cominciare il suo percorso evolutivo. Comprenderà piano piano che il teatro è fatto anche di ascolto, imparerà a confrontarsi con gli altri e nello scoprirli diversi da sé conoscerà un pochino anche se stesso. Il laboratorio di teatro non è infatti l’ora della ricreazione, in cui si può fare quello che si vuole, ma è il luogo dove le emozioni e la disciplina si sposano. Per comprendere cosa significa c’è un semplicissimo esercizio che si può proporre a qualsiasi età: al segnale dell’insegnante tutti sfogano la propria follia, esuberanza, rabbia o gioia sia fisicamente che vocalmente e al gesto dell’insegnante tutti dovranno fermarsi, in silenzio, ritornando a uno stato neutro. Bisogna quindi essere in grado di ascoltare quello che accade intorno a noi e trasformare il libero sfogo di una emozione a seconda del contesto. E nell’ascolto infatti che la gestione delle proprie emozioni diventa condivisione e socializzazione.
C’è il bambino timido e il bambino esuberante, entrambi, con un buon maestro, troveranno il punto di equilibrio che lascia spazio ad entrambi.
La faccenda non cambia molto per gli adulti, solo che iniziano il percorso dall’estremo opposto. Se il bambino parte dal gioco per poi comprendere che ci sono regole da aplicare, molto spesso l’adulto deve partire dal togliere le rigide regole che lo governano nel quotidiano per ritrovare quella libertà perduta. E qui c’è una sola cosa da fare: vivere il presente, diventare consapevoli, silenziare la preoccupazione del futuro e il rimpianto del passato. Tradotto teatralmente significa che mentre dico una battuta non devo pensare a quello che accadrà dopo, perché mi impedirebbe di vivere in maniera autentica la battuta che sto pronunciando, e dopo averla detta non devo giudicarmi se non l’ho detta bene. L’attore deve vivere attimo dopo attimo ogni momento. E pensateci: non sarebbe una cosa meravigliosa da fare anche nella vita? Ecco perché crescere come attore significa crescere come essere umano.
Il teatro è quel luogo dove cercare autenticità, dove confrontarsi con se stessi, con i propri limiti e con gli altri in maniera autentica in poche parole è il luogo dove non recitare. Non recitiamo già abbastanza nella vita?
La creatività è il sale della vita e ogni creatività può nascere solo dal vuoto: per questo l’attore, adulto o bambino che sia, prima di approcciarsi ad un testo deve fare un lavoro su se stesso; per questo ogni laboratorio prima di assegnare un testo e dei ruoli prevede esercizi, giochi e momenti in cui ognuno diventi come una carta bianca su cui poter disegnare. E così l’esuberante apprenderà ad ascoltare gli altri, il timido scoprirà l’autostima, quello che si giudica in continuazione imparerà a buttarsi, l’iperattivo imparerà il suono del silenzio e ad ascoltare se stesso. Si creeranno infine i presupposti di gruppo per cominciare a creare insieme.
Il teatro è quel luogo in cui grandi e piccini si mettono in gioco, con le stesse difficoltà. Con la stessa voglia di scoprire insieme, qualcosa di ancora non conosciuto.
E una parte fondamentale costituita dall’obiettivo finale. Tutti lavorano in direzione di un unico obiettivo, dove le differenze si annullano, dove tutti si aiutano e dove si deve raccontare un’unica storia. Il palcoscenico non è il luogo dove le singole individualità devono emergere. E’ il luogo dove si racconta una storia, tutti insieme, e dove si scambia, generosamente con un pubblico.
Il teatro è una materia che dovrebbe essere obbligatoria nelle scuole. Uno strumento che costruirebbe una società più giusta, perché formata da individui più consapevoli e pronti alla condivisione.
Alice De Toma
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